DOGES
DĀGẸŠ LENE

 

Un punto posto nel corpo della lettera, chiamato dāgẹş serve a distinguere l'intensità della pronuncia delle consonanti, in diversi modi, come ora vedremo.

Un asse di opposizione, nella fonetica ebraica, gioca sul contrasto tra consonanti occlusive e fricative. Essa riguarda le sei consonanti b g d k p t [tgimẹldālẹtkap e tāw], le quali possono presentare sia la pronuncia occlusiva che quella fricativa.

Si chiama dāgẹş lene il punto, posto nel corpo della lettera, che attua la distinzione:

Quando le consonanti b g d k p t sono dotate del dāgẹş lene, hanno suono occlusivo, pronunciandosi come da trascrizione.

 

 

Quando tali consonante sono prive del dāgẹş lene, la durata del loro suono si prolunga nel tempo e da occlusive si trasformano nelle rispettive fricative. In trascrizione vengono talvolta segnate bh gh dh kh ph th(o utilizzando v ed f in luogo di bh ed ph), ma più correttamente si usa porre una lineetta sotto la lettera per indicarne l'avvenuta trasformazione:

 

 

  • Nel caso delle occlusive labiali p e b, il loro suono viene adesso soffiato tra le labbra, arretrando contemporaneamente in posizione labiodentale, sicché le rispettive fricative p e b vengono a udirsi come laf italiana di "faro" e la v italiana di "vento".
  • Nel caso delle occlusive dentali t e d, le rispettive fricative t e d finiscono per rassomigliare al th sordo e sonoro dell'inglese "thing" e "that".
  • Nel caso delle occlusive velari sorda e sonora k e g, le rispettive fricative k e g corrispondono al ch tedesco di "Bach" e alla g spagnola di "general".
  • DĀGẸŠ FORTE

     

    Al contrario del lene, il dāgẹš forte riguarda tutte le consonanti tranne ` h ḥ ´ r [ ālẹpḥēt´ayin e rēš].

     

     

    Come il lene, il dāgẹš forte consiste anch'esso in un punto posto nel corpo della lettera, ma in questo caso nota la geminazione della consonante, che viene ad avere un suono rafforzato.

    Vediamo qualche esempio di raddoppiamento:

     

     

    Anche una delle sei consonanti occlusive b g d k p t [tgimẹldālẹtkaptāw], già dotata di dāgẹš lene, può essere geminata dal dāgẹš forte: in tal caso i due dāgẹš si fondono in un unico punto nel corpo della lettera. Solo la pratica può aiutare il lettore a distinguere la presenza del dāgẹš forte in una consonante già naturalmente dotata di dāgẹš lene; si tenga comunque presente che una consonante geminata è sempre preceduta da una vocale breve.

    Come abbiamo visto il dāgẹš può interessare tutte le consonanti, tranne ` h ḥ ´ r [ ālẹpḥēt´ayin e rēš]. Le gutturali h e ḥ [ e ḥēt] possono però essere pronunciate rafforzate senza che la geminazione venga rappresentata graficamente dal dāgẹš: si parla in tal caso di "geminazione implicita" o "virtuale". Ne è segno, ancora una volta, la presenza di una vocale breve precedente.

    Le consonanti senza dāgẹš venivano un tempo contrassegnate da una lineetta orizzontale posta sulla lettera, chiamata rap, segno che la consonante andava pronunciata debolmente. Nelle Bibbie moderne lo si omette come superfluo o lo si adoperta solo per evitare ambiguità.

     
 
 
Oggi ci sono stati già 4 visitatori (10 hits) qui!
Questo sito web è stato creato gratuitamente con SitoWebFaidate.it. Vuoi anche tu un tuo sito web?
Accedi gratuitamente