SISTEMA VOCALICO
L'ebraico, al contrario dell'altra grande lingua semitica, l'arabo, che è piuttosto povera di vocali, presenta uno spettro vocalico insolitamente ricco e variegato. Le vocali fondamentali sono sette:
Qui, ẹ ed e sono rispettivamente la e aperta e chiusa dell'italiano "pèsca" e "pésca"; ọ ed o sono rispettivamente la o aperta e chiusa dell'italiano "però" e "pero".
Vi è inoltre la vocale neutra schwa, che in trascrizione è segnata con una piccola e posta in esponente.
In ebraico le vocali possono essere brevissime, brevi, medie e lunghe. Tra i vari gruppi vi è differenza non solo di lunghezza, ma anche di colore, essendo le vocali brevi e brevissime generalmente aperte, mentre le medie e le lunghe sono chiuse. Tra medie e lunghe, inoltre, non v'è differenza di lunghezza, essendo entrambe le classi pronunciate ugualmente lunghe; la differenza piuttosto è etimologica, essendo le lunghe derivate da antichi dittonghi. Non tutti i gruppi comprendono le sette vocali, come ora vedremo.
- Le brevissime vengono contrassegnate con un accento breve:
- Le brevi non presentano diacritici:
- Le medie sono contrassegnate con un macron:
- Le lunghe con un circonflesso:
VOCALI BREVI
La scrittura tradizionale ebraica non segna le vocali, e quando si leggevano le Scritture bisognava evitare al massimo le ambiguità. Le notazioni vocaliche vennero introdotte soltanto verso il VII secolo dai "puntatori" [naqdanîm]. Costoro idearono e applicarono al testo consonantico tradizionale un sistema di punti e lineette, da disporre sopra o sotto le lettere, allo scopo di facilitare e assicurare la retta pronuncia del libro sacro.
Ne sortì un sistema assai preciso e complicato, per quattro serie di vocali: lunghe, medie, brevi e indistinte.
I diacritici posti a indicare le vocali brevi sono: pataḥ, segōl, ḥîrẹq, qāmẹṣ e qibbûṣ.
Vediamo qualche esempio:
VOCALI MEDIE
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